Museo della ceramica

Museo della ceramica

Il Museo della Ceramica di Civita Castellana: dall'artigianato all'industria

Il settore della produzione ceramica ha costituito il principale tessuto socio-economico della comunità di Civita Castellana, fin dall’800. Il Museo documenta l’attività ceramica civitonica dalla fine del '700 fino al periodo maturo della produzione industriale degli anni ’70.

Il Museo della Ceramica Casimiro Marcantoni è allestito all’interno dell’ex Chiesa San Giorgio, nel borgo del paese, vicino l’Istituto d’Arte Ulderico Midossi. La sede ospita anche l’ufficio turistico - info point - di Civita Castellana.

Entrata del Museo della ceramica

Entrata del Museo della ceramica

Gruppo Neoclassico del Volpato

Gruppo Neoclassico del Volpato

Esposizione del Museo della ceramica di Civita Castellana

Esposizione del Museo della ceramica di Civita Castellana

Carriolante di Guido Calori

Carriolante di Guido Calori

Gli albori della produzione

La Fabbrica Treja, aperta alla fine del ‘700, è il primo esempio di manifattura di stoviglierie e vasi in ceramica.

Nasce quando un gruppo di artigiani chiedono il permesso alla Camera Apostolica di prelevare argilla vicino Civita Castellana. Tra questi sono presenti l’incisore veneziano Giovanni Trevison detto Volpato, l’architetto romano Giuseppe Valadier e alcuni imprenditori.
Agli oggetti esposti di questo periodo, si unisce il prezioso Gruppo neoclassico in terraglia smaltata del primo quarto dell’Ottocento, attribuito al Volpato.

La produzione ceramica è destinata a diventare grande: nella seconda metà del XX secolo, esporterà prodotti d’eccellenza in tutto il mondo.

 

I pionieri della ceramica

Ulderico Midossi è una delle figure principali per lo sviluppo della vocazione ceramica cittadina.


Sindaco della città, è un appassionato dell’arte ceramica: nel 1893 organizza un corso di disegno geometrico e ornamentale. Nel 1914 istituisce la Regia Scuola Professionale per la ceramica, da cui discende l’Istituto d’Arte.
Alla sua morte dona del denaro da dare in premio agli studenti e la sua collezione ceramica. Gli oggetti della collezione sono in gran parte esposti nel Museo.

Il nome del Museo deriva da un’altra figura di spicco della ceramica industriale: Casimiro Marcantoni. Della grande Fabbrica Marcantoni esistono ancora oggi le alte ciminiere, ai quali piedi sorge il Centro Commerciale Piazza Marcantoni.

Il Museo della Ceramica rende omaggio alla figura dell’imprenditore, definito dagli operai “padre dei ceramisti”. Nella collezione è esposto un ritratto del 1907 con grande cornice in ceramica, voluto dagli stessi soci-operai.

 

La cultura dell'associazionismo operaio

Agli inizi del ‘900 il settore si allarga: oltre alle stoviglierie, crescono la ceramica artistica e gli articoli igienico-sanitari. Negli anni '30 la produzione ceramica civitonica copre il 60% di quella nazionale.
Nascono molteplici figure lavorative, basate sull’esperienza, necessarie al processo produttivo: i chimici –addetti agli impasti-, il foggiatore e i fornaciai.

Per reagire alle crisi occupazionali nascono le società di operai: aperte da scioperanti, licenziati e disoccupati. L’associazionismo operaio, di stampo social-comunista, dava la possibilità a chi conosceva il mestiere di essere imprenditore. Il lavoro concepito come responsabilità sociale e rispetto per l’individuo e la collettività.

I soci-operai: lavoratori e proprietari, orgoglio cittadino, restituiscono nel ‘900 lavoro e dignità alla comunità.

 

Visita al Museo della Ceramica: orari e contatti

Gli orari d'apertura del museo sono gli stessi dell'ufficio turistico. Orari dal 1 novembre:

Lunedì: Chiuso.

Martedì: 09-13:00.

Mercoledì: Chiuso.

Giovedì: 09:00-13:00 14:30-17:30

Venerdì: Chiuso

Sabato: 10:00-13:00 14:00-17:30

Domenica: 10:00-13:00  14:00-17:30

Festivi: 09:00-13:00  14:00-17:30

Entrata: gratuita.

Telefono: 339 20 77 494 

 

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Dov'è il Museo della Ceramica

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